sabato 29 settembre 2012

La stanza di Marvin, USA 1996

A inaugurare l'hashtag sulle recensioni in questo blog ci pensa, che te lo dico affà, la figura che di solito entra in gioco quando dobbiamo essere accompagnate all'altare oppure ci servono soldi. Per me, anche quando non so cosa scrivere qui.

Sulle prime ho pensato a un'imboscata, dato che non si è firmato 'papY' come da tradizione: poi ho deciso di fidarmi, del resto l'sms  è tutto costruito su un doppio senso di gusto neolatino spaziante dal rumeno all'occitano, giochetto in cui lui è abilissimo, ed è chiaro il riferimento a G. Salvatores, che adoriamo entrambi.


Infine, 'papy'  è una delle sole due persone al mondo che mi informa sul palinsesto TV con pertinenza rispetto ai miei gusti effettivi (l'altra è la mia amica S., con cui amo scambiarmi puntuali notifiche  sei minuti prima e sei secondi dopo che Gabriel Garko mostra il culo in uno dei mille diversissimi progetti artistici in cui è coinvolto, penso per esempio a 'L'accidia e l'avarizia ', piuttosto che a 'Le cisti e i porri verrucati', piuttosto che  a 'Soffice ricrescita da ceretta e cattivi pelazzi incarniti', insomma).

Ma io non avrei fatto comunque in tempo a rivedere 'Happy Family' perchè ero impegnata  a dare cazzotti al decoder che mi è morto su un fermo immagine di Meryl Streep con la novantanovesima sigaretta in bocca a venti minuti dalla fine de 'La stanza di Marvin'. Manco a dirlo, in streaming non si trovava. Con i torrent ne avrei avuto fino al nuovo disco di Battiato. Mi sono addormentata riversa sulla poltrona a dondolo col telefono tra le gambe mentre pensavo se fottermene e raggiungere tre  amiche in centro o vestirmi da sindacalista anni '70 e andarlo a noleggiare in piena notte in bicicletta con pedalata intellettuale.

Quindi questo film come va a finire non lo so. Posso recensire solo quello che ho visto. Dico subito che in questa rubrica mi concentrerò esclusivamente su trame e personalissimi giudizi, dato che non saprei da dove cominciare una critica più seria e articolata. E non vado a rivedermi i nomi dei personaggi ma ci butto direttamente il nome dell'attore ché ci capiamo meglio.

Il plot è una piena nera. Sarebbe la traduzione letterale del calabrese 'china nivura', ovvero l'omologo di 'tragedia greca', nell'accezione corrente. Di sette personaggi solo uno, il figlio piccolo di Meryl Streep, non ha disgrazie evidenti, ma è evidente che avverte l'inferiorità  rispetto agli altri e ne soffre per tutto il tempo.

La simpatia del loro albero genealogico si esplica in:
- un padre allettato, però col papillon, completamente dipendente dalla figlia
- la tal figlia (Diane Keaton) sessantenne, mai un uomo manco per sbaglio, ovviamente niente figli, il celebre crepaccio d'espressione che le squarcia la metà sinistra della faccia già da 'Io e Annie', orfana di madre che  sta dietro  al padre da vent'anni e a cui sta per essere diagnosticata, SURPRISE!!!, una bella leucemia
- una vecchia zia completamente pazza a carico
- una sorella (Meryl Streep) divorziata con:
- un figlio piccolo normale (quello di prima)
- un figlio di 17 anni (Leonardo Di Caprio) piromane che ha incendiato casa e sono finiti lui ai servizi sociali e lei e l'altro figlio dalle suore
- un De Niro medico buttato in mezzo a caso che si lamenta di suo fratello idiota stile Forrest Gump ma poi è il primo ad andare in bici con i pantaloni legati da due lacci emostatici che poi reuse for i pazienti senza problemz.

La storia ruota intorno al fatto che quasi tutti i personaggi faranno il test salvo scoprire che nessuno può donare il midollo a Diane Keaton per incompatibilità. Tratto dal romanzo 'Uno studiato aprosdoketon'.

Ho guardato il film tra l'incredulo e il disincantato, alternando sorrisi consolati davanti ai primi piani ragionati della grande Meryl e tristi lamenti stile 'Aridatece Nicoletta Braschi!' ogni volta che la Keaton mi entrava nel campo visivo. Lo collocherei appena prima dei lavori di Enrico Brignano nella classifica della merda d'autore. Però magari mi ravvedrò dopo aver visto il finale (sic).

SADDNVIFNRLSCQ: Se avete deciso di non vedere il film, non rovinatevi la sorpresa con questo.
Ciao.

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