mercoledì 5 settembre 2012

Perché 'matricolabrasa'

Le armi con la matricola intatta non sono mai rilevanti ai fini narrativi.

Facebook non è un blog

...non posso trascriverci, ad esempio, lo sdegno per aver scoperto solo stasera che a maggio è uscito un nuovo dei Martinicca Boison. Ok, quest'estate non avevo bisogno di un pezzo come 'Kairòs' per le corse in bicicletta delle due di notte, dato che non sono più esistite (chi non produce amore è meglio che non vada tanto in giro). In realtà non so neanche se in quest'ultimo disco ci sia un pezzo come Kairòs, ma è un bene avere almeno voglia di documentarmi in merito.

E il cd lo compro di plastica, dato che Lucio al momento non pensa di pubblicare a breve uno suo, annunciato, di inediti. Nessuno, è vero, sa a cosa lui pensi mentre passeggia per la Certosa lasciandosi briciole alla spalle, per non smarrire la strada fino alla sua lapide senza nome. Certi strepitano e pretendono che un suo disco postumo esca comunque (di inediti, di cover, di malecopie). Mah, io devo ancora finire di ascoltare tutto due volte.

Quando studiavo mi faceva star male un mio prof: 'Il Greco ti sfianca, dandoti l'illusione di averne finalmente afferrato il senso mentre è lui che scivolando ti perseguita e continua a sfuggirti', diceva. Così, chi non aveva mai sperimentato tale sofferenza traducendo, veniva mangiato vivo dai sensi di colpa. Come me: me nolente, traducevo parallelamente alla lingua (e tuttora mi costa ammettere l'efficacia amara delle ultime quattro parole).

Però, se inizi a tradurre della musica in una frequenza di pensiero il più vicina possibile alla tua esperienza di vita,  provi esattamente quel tipo di smarrimento, solo che non è vano. Uno dei risvolti è rispondere a una domanda con un intero verso di una canzone credendo per ore di aver concepito autonomamente quella frase. Ma vorrei di più: se funzionasse a punti, col superpremio, senz'altro desidererei anche la percezione del giudizio critico di Lucio Dalla circa le mie azioni.

Appurato, infatti, che da me stessa non posso aspettarmi che posizioni ambigue e sbrigative + avvilenti auto-assoluzioni, non disdegnerei  - prescindendo dai rispettivi gusti sessuali  - di essere menata a sangue per tutte le mie stronzate dalla stessa mano che ha scritto, mettiamo, Washington. E abbasserei per prima lo sguardo davanti alla sua espressione cangiante - dal riso fraterno al sorriso amaro fino al tedio - a seconda di come le tende spostano la luce sul poster, nell'attimo prima della paternale.

La presenza fissa di qualcuno nei tuoi programmi (non uscire mai senza un supporto per eventuale autografo - ripassare le domande da porre - tenersi libere le date dei concerti - far rientrare Via D'Azeglio nei percorsi di ogni giorno - cercare traghetti per le Tremiti - deviare verso qualsiasi capannello di gente per strada) e poi la morte, infine l'abitudine. Ho paura di iniziare ad appassionarmi con la stessa spinta ad altre cose, e che Lucio se ne esca dal mio cuore con lo stesso botto sordo di quando ci è caduto dentro.

Così, intanto, spero che il cd dei Martinicca Boison sia molto brutto.