venerdì 2 agosto 2013

Content writer? Ottieni più visualizzazioni in dieci mosse


10. Scrivi un post sugli 8 trucchi per perdere peso che hai sperimentato nell'ultima settimana.
         
            9. Mentre progetti il tuo articolo, mangia uno yogurt. Con la forchetta.
            8. Avvia la pulitura del disco C e imponiti di fare merenda solo al termine.
            7. Spegni il router, così. Passa al minipimer tutta la verdura che hai e metti in freezer.
            6. Riconnettiti, chiudi gli occhi e ripensa al suono di avvio della 56k... quando eri magra.

            5. Fai girare un vinile di Zucchero e fai uno scrub con tutto il Sale e l'Olio che hai in casa.
            4. Crea una restrizione per pizzabo.it nel tuo browser e invita i tuoi follower a fare lo stesso.
            3. Avvia una playlist delle intercettazioni di B e guardala tutta dalla cyclette (pedala, anche).
            2. Stasera, scongela quello sformato di verdura e dividilo in 5 parti: i tuoi pasti di domani.

            1. Pubblica il post su un blog che non aggiorni da mesi, share e fammi sapere come va.
                 
                     

Pic from giallozafferano.it

mercoledì 5 giugno 2013

Lavoro e carriera con LinkedIn / Luca Conti

 [80 grammi]
se la vostra segretaria stampa le mail a cui voi rispondete con una nota a penna via fax
A chi non è rivolto questo libro, pag 12
+
[20 grammi] 
 Ogni volta che visiti un profilo, LinkedIn ne tiene traccia e mostra questa informazione al titolare del profilo stesso. (...) Da qui potete modificare tale impostazione, consigliata da LinkedIn e anche da me, rimanendo completamente anonimi o lasciando solo un'informazione generica sulla vostra qualifica e località 
Profilo e gestione della privacy, pag 161
= 


TITOLO Lavoro e carriera con LinkedIn
AUTORE Luca Conti
twitter | website
EDITORE Hoepli
COLLANA web e marketing 2.0
ANNO 2012
PAGINE 193
PREZZO €18,50
EBOOK
si, protetto da Adobe DRM | si, protetto da Digital watermarking
PRESENZE
GOODREADS
FILM no, a meno che Philip Seymour Hoffman non interpreti Reid Hoffman




Manuali come Lavoro e Carriera con LinkedIn generalmente non costano più della mia potenziale centonovantesima T-shirt misto acrilico di H&M. Eppure, quando li sfogli in libreria, un inspiegabile professor Keating [travestito da Alessandro Di Pietro di Occhio alla Spesa] ti sussurra  di non cogliere l'attimo, che non vale la pena spendere per un libro che non dice niente che tu non possa imparare da solo smanettando un po'.

domenica 12 maggio 2013

Mille cretini / Quim Monzó

[60 grammi]
E una sera entra in una libreria e vede che ora, sul libro di Guillot, hanno messo una fascetta con la scritta UN LIBRO STRAORDINARIO, DANIEL BROTO. Lui non ha mai detto che fosse un libro straordinario.
L'elogio

+

[40 grammi]
Torna a casa, si fa un caffè, chiude il rubinetto generale dell'acqua e, con la chiave inglese, svita i bulloni con cui è fissata la tazza del gabinetto.
Sabato
=
100 grammi di





Erano solo tre dei Mil cretins che popolano i diciannove racconti di Quim Monzó, tradotti da Gina Maneri e usciti nel 2013 per GLI ALIANTI di Marcos y Marcos. O forse i veri cretini sono le figure di sfondo, che complicano le vite degli attori principali e modificano il corso degli eventi fino a diventare i nuovi protagonisti di quello che, più che una collezione di storie, è a tutti gli effetti un romanzo corale. Anzi,  l'indice, a fine lettura, ricorda la nota di apertura di una commedia di Aristofane, dove il titolo del racconto è il nome dell'attore e il suo ruolo è il numero di pagina.

Da leggere per riprendere a leggere quando la pigrizia mentale sta assumendo il profilo di una glaciazione.

mercoledì 8 maggio 2013

Accabadora / Michela Murgia

[70 grammi] Nicola, poco propenso a rispettare ruoli divini nella commedia dove la parte principale era la sua, ebbe un moto d'insofferenza a quell'uscita di Bonaria. Con voce alterata chiamò la madre, che accorse immediatamente nella stanza asciugandosi le mani nel grembiule.
         +
[30 grammi] Quando Giannina Bastíu tornò nel cortile con il vassoio del caffè fumante in mano, Nicola era solo nel sole in mezzo a tre sedie vuote, e aveva uno strano sorriso.  
= 100 grammi di






I detrattori dell'uso dei regionalismi nella narrativa e i giustizieri della e dopo la virgola non si ricorderanno di una sola delle loro convinzioni dopo che Accabadora avrà piegato la scrittura alle ragioni della trama e viceversa tre volte in due minuti nella stessa pagina, sotto i loro occhi.

Pubblicato nel 2009, il romanzo di Michela Murgia è ora reperibile nella riedizione del 2011, per i NUMERI PRIMI di Einaudi - interlinea maggiore e costa più morbida: i pendolari ringraziano.

Non narra di amori da morire: racconta invece la morte, soffocata  e ventilata, recitata e reale, domandata e negata, quasi sempre per amore. Il che rende la Sardegna degli anni Cinquanta nulla di più che un'ambientazione (un luogo del cuore, un ricordo): Accabadora non per appartenenza, ma per necessità.

Da leggere dopo un giorno di discorsi vuoti. Per distendere le palpebre su una prosa evocativa e pulita; per riaprirli di colpo davanti a un'immagine ad alto contrasto, che si palesa per un attimo e già scompare piano, in dissolvenza, dietro a un paragrafo di quaranta parole.

mercoledì 24 aprile 2013

The Anglo-Italian Theatre Company. Bifronte del palco


«Ci sono queste due attrici inglesi che a tratti recitano in italiano. No, è il contrario, mi sa. L'attore finge di non sapere l'inglese vero ma fa benissimo l'inglese finto! Niente, due divani, un tavolino e, metti, tre sgabelli: non ricordo il termine, sai, ma è uno di quei casi scenici in cui la recitazione fa anche da scenografia: direi tutto molto bello» sentivo qualcuno raccontare al telefono all'uscita dal teatro, dopo la prima di

Love in translation - Terapia a tre

andato in scena venerdì 19 e sabato 20 aprile allo Spazio Verde del Parco della Montagnola a Bologna. Concepito dalle attrici Silvia Lamboglia e Lottie Williams-Burrell, anche registe e sceneggiatrici, questo spettacolo - primo frutto maturo di una primavera teatrale bolognese timida ma in gamba - è scritto e interpretato contestualmente in tre lingue: English, Italian e un inglese maccheronico effettivamente ricamato sul profilo dei nostri errori ricorrenti (è per questo che si ride di gusto sin dall'inizio); una lingua della speranza di fattura italiana, limpida e vibrante nelle corde di Silvia Lamboglia e sfoggiata senza paura dalla Williams-Burrell, con notevole e divertita presenza di spirito.

Love in translation - Terapia a tre
Foto di scena di Marco Mioli
pubblicate sul sito ufficiale

Nel ruolo dell'unico partner maschile, Davide Montemarano regge sul palmo della mano l'intersezione dei tre fili narrativi, tesi sin dalla nostra fila al botteghino: in piedi sul prato, davanti al gigantesco ottagono dalle porte a vetri, potevamo già intravedere il cast al lavoro frenetico dietro le quinte e, dall'altra parte, surreale come in una clip affiancata, il pubblico che iniziava ad accomodarsi. In mezzo a loro, il palcoscenico: tanto freddo da vuoto quanto in fretta sa coinvolgerti e farti dimenticare di te non appena si riempie.

Se la recitazione di Love in translation è una vertiginosa iperbole di contaminazioni interlinguistiche, la trama si sofferma con grazia sugli inevitabili gap connaturati alla comunicazione verbale e umana. Nella struttura complessa che lega i due fidanzati (Montemarano e Lamboglia) alla loro terapista di coppia (Williams-Burrell) non mancano dunque l'inatteso, gli equivoci, il personaggio interposto né la soluzione inaspettata: le due autrici, insegnanti di teatro in lingua inglese presso la loro The Anglo Italian Theatre Company, sanno calibrare con piacevole scioltezza sia l'intento ludico che quello didattico, tanto che persino un bimbo di pochi mesi, dal fondo sala,  si è inserito puntualmente in più di un dialogo. Siamo usciti soddisfatti e rilassati anche se avevamo riso di noi stessi. Con doppia intonation.

Mi sono chiesta, durante e dopo, come sarei riuscita a rendere giustizia a questo spettacolo, esilarata com'ero e priva di mezzi critici come, ahimé, sono: provo a venirne fuori proponendo a Silvia Lamboglia, l'unica del trio che ho avuto il piacere di conoscere di persona e  che accetta di parlare dei suoi prossimi progetti, l'annoso quesito: ma se ci fossero dei cavalli, li cavalcherebbe lei o avrebbe una controfigura?

Bene, amici di Horse&Hound: la nostra rubrica sul Teatro bilingue a Bologna per oggi è giunta al termine. Ciao, mammiferi curiosi.

lunedì 22 aprile 2013

Dategli le brochure! [Civico 103, Modena]

«Facciamo delle lunghe conversazioni, io e la televisione. A volte andiamo avanti fino a notte alta, senza prenderci un attimo di pausa. Una volta, soprapensiero, mentre discutevamo in un’atmosfera rilassata, le ho offerto distrattamente un bicchierino di cognac (è una mia debolezza, mi piace il cognac), ma lei ha fatto finta di niente.» 

(Estratto da La voce della televisione, di Paolo Albani. La storia breve, apparsa sul numero 8 di Civico 103, è disponibile in versione integrale su paoloalbani.it).



Civico 103 è il free magazine della Galleria civica di Modena. Li trovate (Galleria e magazine) al n°103 di Corso Canalgrande, accanto all'Accademia Militare - linee bus 4, 7 e 11. Entrambi sono diretti da Marco Pierini; l'ingresso è libero, compresa la visita a quel gran pezzo di genio del Museo della Figurina; fino al 2 giugno 2013 sarà inoltre aperta la mostra su Nam June Paik, che continua nella vicina Palazzina dei Giardini.

La rivista, illustrata, è edita da Silvana Editoriale (Milano) e progettata da Greco Fieni. Narra delle scelte artistiche dietro all'allestimento delle mostre e degli eventi promossi dalla Galleria e si avvale principalmente di contributi letterari esterni, tradotti in inglese a fronte. I creativi di Intersezione si sono invece occupati dell'app, già disponibile.

Subito dopo l'intro di Pierini sulle acquisizioni di Paik, il racconto di Albani apre questo numero dedicato allo spazio dell'arte dentro e fuori la tv. Non troviamo illustrata una storia della Televisione, ma la celebrazione del solo schermo, e del suo contenuto in termini di vuoto catodico e di pieno d'artista: una Tele senza Visione, come vi suggerisce Philip Corner se aprite il magazine a metà. 

Storie brevi, citazioni, rimandi, impressioni di chi prima di voi ha visionato tele (!) e installazioni, risposte implicite alle vostre timorose domande di innocui visitatori. Cinquanta pagine giuste giuste di introduzione narrativa al lavoro dei professionisti dell'arte. Non annoia: anzi, cancella dai ricordi le otto facce dei soliti volantini da beni culturali d'asporto e ti accompagna nella mostra con la stessa affettuosa accuratezza che metterebbe Catullo nel descriverti un paio di orecchini dimenticati da Lesbia sul comodino. Profuma di buono, non ferisce gli indici, non capisci se è patinata o meno però continui a strofinarla e non ti si disintegra tra le dita. A fine visita, non siete costretti a foderarci il bin ma ha ancora un utilizzo (quando si dice un contenuto. Per il web, nel mio caso): storie da souvenir che finiranno in libreria, affinché possiate buttarci un occhio e ricordare una buona lettura e una certa giornata. 


domenica 17 marzo 2013

Di che segno è Rob Brezsny

Fin troppo spesso mi ritrovo nelle caratteristiche attribuite al mio segno zodiacale - ma non nelle previsioni, tsk, sarebbe troppo bello.

Essendo io del Cancro, notoriamente un segno di merda, va da sé che lo sforzo sovrumano per smussare quell'1% degli aspetti orripilanti del mio carattere determinato dagli astri mi richieda un impegno ormai quotidiano.